TFR e TFM Aziendale: due elementi importanti a livello aziendale con delle differenze sostanziali.
Il TFR e il TFM, la differenza principale
Il Trattamento di Fine Rapporto rappresenta un elemento obbligatorio per le imprese che deve essere stipulato nel momento in cui il lavoratore dipendente viene assunto.
Questo, infatti, consiste in una liquidazione che deve essere versata al dipendente stesso nel momento in cui il rapporto di subordinazione volge a termine, sia per volontà del lavoratore stesso, che potrebbe decidere di licenziarsi oppure di andare in pensione, che per volere dell’impresa, che magari si trova costretta a dover licenziare quel dipendente.
Il TFM, invece, indica il trattamento di fine mandato e in questo caso è rivolto agli amministratori o collaboratori che operano per quell’impresa ma che non sono vincolati alla stessa con un rapporto di subordinazione.
Per esempio il TFM può essere stipulato da un amministratore delegato oppure da uno dei soci fondatori dell’impresa a patto che, nello statuto della ditta, queste figure non vengano inserite come subordinate.
Come vengono calcolati
Occorre parlare anche del metodo di calcolo che permette, il quale tende a essere completamente differente e pertanto necessita di essere analizzato con estrema cura.
Il TFR viene calcolato sullo stipendio annuo, il quale deve essere diviso per 13,5.
Pertanto se un dipendente accumula all’anno 13500, il TFR deducibile è pari a 1000 euro all’anno.
Per quanto concerne il TFM, invece, ancora oggi non è stata stabilita la formula che permette di sapere effettivamente quanto sia necessario versare annualmente.
Questo lascia quindi la massima libertà alle imprese di optare per la somma di denaro che viene reputata come maggiormente idonea, e di conseguenza il TFM è sempre diverso a seconda dell’impresa.
Un socio collaboratore, nel momento in cui riceve la sua liquidazione dopo aver offerto le sue prestazioni a quell’impresa, potrebbe trovarsi anche con un TFM assai inferiore rispetto quello che contraddistingue un lavoratore subordinato che, invece, riceve il TFR al termine della sua esperienza lavorativa con quella ditta, indipendentemente dalla motivazione che comporta questo tipo di situazione.
Il TFM è obbligatorio come il TFR?
Ebbene a questa domanda si deve rispondere in maniera negativa: il TFM, al contrario del TFR, non è affatto obbligatorio.
É compito dell’amministratore delegato, o altre figure che collaborano con quell’impresa in qualità di non subordinati, sottoscrivere il TFM ma occorre prestare la massima attenzione anche a un ulteriore dettaglio: il TFM deve essere previsto dallo statuto dell’impresa.
Nel caso in cui il socio non potesse sottoscrivere il TFM, può comunque optare per il TFR, anche se il trattamento di fine mandato tende a essere maggiormente vantaggioso per le imprese e per lo stesso amministratore o collaboratore.
Per il collaboratore, invece, la tassazione che viene applicata sul TFM tende a essere meno pesante rispetto a quella che, invece, si deve calcolare sul TFR, dettaglio importante da tenere bene e mente.
Di conseguenza il TFM, che deve essere sottoscritto da parte dei collaboratori, permette agli stessi di ottenere un ottimo vantaggio da non sottovalutare.